Indagine civica sull’esperienza dei medici in tema di aderenza alle terapie, con focus su farmaci biologici e biosimilari

E’ stata presentata giovedì 23 febbraio a Roma "l'Indagine civica sull’esperienza dei medici in tema di aderenza alle terapie, con focus su farmaci biologici e biosimilari” realizzata da Cittadinanzattiva-Tribunale del Malato in collaborazione con diverse associazioni, tra cui AMICI.


Obiettivo dell’indagine è stato quello di rilevare l’esperienza dei professionisti rispetto al tempo e alla relazione con il paziente. La rilevazione è stata condotta su un campione rappresentativo di 816 medici di cui 404 abilitati alla prescrizione di farmaci biologici e/o biosimilari.
Ne emerge che il fattore del tempo dedicato al paziente influisce notevolmente sull’aderenza alle terapie. Almeno la metà dei medici inoltre si accerta che gli assistiti abbiano compreso le prescrizioni. Restano poco utilizzati supporti informativi cartacei e informatici.
L’86% dei pazienti è informato sugli aspetti importanti della terapia, sulle modalità e sui tempi di somministrazione, il 77% conosce nome e tipologia di farmaco, il 68% gli effetti collaterali e il 62% le potenziali interazioni con altri farmaci. Il 54% inoltre possiede informazioni sul corretto stile di vita e sul regime alimentare ma solo il 36% è a conoscenza di alternative terapeutiche o dell’esistenza di farmaci equivalenti e solo il 29% conosce i biosimilari.
Stili di vita, attività lavorativa, frequenza di spostamenti o viaggi sono aspetti ancora poco considerati nonostante possano consentire di orientare meglio la scelta terapeutica. Il coinvolgimento del paziente nella scelta è considerato una buona prassi per favorire l’aderenza alle terapie e per consolidare la relazione di fiducia ma è tuttavia il medico a decidere la cura.
L’81% dei professionisti sostituisce la terapia per fattori clinici, il 72% per poca tollerabilità, il 62% per inefficacia. Il 43% dei medici è inoltre incline a preferire, a parità di efficacia, un farmaco più economico.
Tra le priorità per migliorare l’aderenza alle terapie è stato indicato il counseling e il coinvolgimento dei familiari, il supporto dell’equipe di cura, la formazione e l’aggiornamento professionale sanitario, un maggiore utilizzo di supporti informativi per pazienti e familiari tramite opuscoli e tutorial.

Una delle maggiori criticità è il carico burocratico. Si rivelano quindi essere imprescindibili le esigenze e preferenze dei pazienti, l’agevolato accesso al trattamento domiciliare, il rafforzamento del monitoraggio e del supporto telefonico o informatico.

Il 35% dei medici ha denunciato effetti indesiderati o inefficacia dei farmaci negli ultimi due anni. Il 54% ritiene pertanto che sia necessario migliorare la formazione e l’aggiornamento professionale oltre a semplificare il processo di segnalazione.

Un medico su tre ritiene di non avere abbastanza tempo per assicurarsi che i suoi pazienti seguano le terapie, solo la metà si accerta che le indicazioni su terapie e percorso di cura siano state comprese o delle difficoltà economiche. Uno su tre lamenta di essere oberato dal carico burocratico e un terzo dei medici non ritiene prioritario fornire informazioni su alternative terapeutiche o sull’esistenza di farmaci equivalenti o biosimilari. Il 19% dei medici dichiara di aver cambiato le terapie per rispondere a esigenze amministrative principalmente per contribuire alla sostenibilità economica del SSN o per restare entro i limiti dei budget fissati dalle Aziende ospedaliere o dalle Asl..

FOCUS SU FARMACI BIOLOGICI E BIOSIMILARI
Di fronte a un paziente che assume per la prima volta una terapia con biologico o biosimilare il 28% dei medici dichiara di prescrivere il farmaco biosimilare nel rispetto delle indicazioni regionali, il 24% lo prescrive, il 20% prescrive indifferentemente il biologico o biosimilare che si è aggiudicato la gara d’acquisto al minor costo. Il 27% si orienta sul farmaco biologico originatore.
I budget delle aziende ospedaliere esercitano un’influenza notevole nella scelta: il 28% dei prescrittori dichiara di essere obbligata a scegliere il farmaco che si è aggiudicato la gara di acquisto.

Per cambiare/sostituire la terapia in serenità, i medici intervistati ritengono “molto importante” avere informazioni solide dal punto di vita scientifico (68%), disponibilità di dati, studi e ricerche cliniche sugli effetti dello switch tra due o più biologici/biosimilari tra loro (62%) e disporre di atti normativi chiari e consenso unanime dalla comunità scientifica sulla intercambiabilità (57%). Quasi la metà dei medici intervistati (49%) vorrebbe poter scegliere solo in base alle condizioni del paziente, valutando caso per caso.
Continuità terapeutica
Il 69% dei medici dichiara, negli ultimi due anni, di averla garantita “sempre” o “di frequente”, a fronte di un 14% che riferisce di non averla garantita “mai” o “quasi mai”. Un dato significativo e non trascurabile rivela che il 17% dichiara di non aver sempre seguito la continuità.
Su delibere per finalizzazione dei risparmi da uso di farmaci a minor costo
Il 75% dichiara di conoscere le delibere regionali su uso e prescrizione dei farmaci biologici/biosimilari. Solo l’8% dei medici intervistati sa che esistono, nella Regione o nell’Azienda in cui svolge l’attività professionale, delibere che prevedono o definiscono come vengono riallocate le risorse economiche derivanti da risparmi per farmaci più economici. Il 27% riferisce che non ce ne sono, a fronte di un 65% di professionisti che non sa neanche se esistano disposizioni. Rispetto, in particolare, ai medicinali biosimilari, il 68% degli intervistati dichiara di essere stato informato delle opportunità di risparmio derivanti dalla prescrizione di tali farmaci. Mentre, il 25% dei professionisti dichiara di non essere stato informato delle opportunità di risparmio.