La Malattia di Crohn

Definizione
La malattia di Crohn è una Malattia Infiammatoria Cronica Intestinale (MICI) che può colpire con distribuzione segmentaria, qualsiasi parte del tratto gastrointestale, dalla bocca all'ano; più comunemente interessa l'ultima parte dell'intestino tenue chiamato ileo (ileite) e/o nel colon (ileocolite) oppure solo il colon in una sua qualsiasi parte (colite). E’ caratterizzata da ulcere intestinali, spesso alternate a tratti di intestino sano; le ulcere derivate dall’infiammazione, se non curate, possono portare a creare dei restringimenti intestinali (stenosi) o approfondirsi sino a creare delle lesioni di continuità con gli organi circostanti (fistole) e/o complicarsi con la formazione di raccolte di materiale infiammatorio con produzione di pus (ascesso). L’andamento di questa patologia è cronico e recidivante caratterizzato dall’alternarsi di episodi acuti seguiti da periodi di remissione clinica.
Frequenza della malattia
La malattia di Crohn è più frequente nei Paesi Occidentali ed è rara se non assente nei Paesi in via di sviluppo. Sulla base di una ricerca svolta proprio da AMICI si calcola che in Italia ci siano almeno 150.000 persone affette da malattie infiammatorie intestinali di cui probabilmente 30-40% affetti da MC. Tale malattia si presenta prevalentemente in età giovanile (20 - 30 anni), piu’ raramente nella terza età (65 anni), ma non sono rari casi anche nei bambini e negli adolescenti.
Perché la MC è definita malattia cronica?
Una malattia cronica come la Malattia di Crohn, presenta un decorso caratterizzato da periodi di benessere (remissione) alternati ad altri in cui i sintomi sono presenti ( riacutizzazioni) senza uno stato di guarigione totale. Sfortunatamente, sino ad oggi, non abbiamo nessuno strumento che possa predire con certezza una probabile ricaduta, cioè una riacutizzazione della malattia dopo trattamento medico o intervento chirurgico.

Stile di vita

A volte ci si può sentire impotenti di fronte alla malattia di Crohn, ma modifiche della dieta e dello stile di vita possono aiutare a controllare i sintomi e allungare il tempo tra le riacutizzazioni. Non ci sono prove scietifiche dirette sul fatto che quello che si mangia in realtà provochi una malattia infiammatoria intestinale. Ma alcuni cibi e bevande possono aggravare i segni ed i sintomi, soprattutto durante riacutizzazione della malattia. Può essere utile tenere un diario alimentare per tenere traccia di quello che si sta mangiando, e come ci si sente. Se si scopre che alcuni alimenti stanno causando sintomi particolari, si può provare a eliminarli. Ecco alcuni suggerimenti che possono aiutare:

Cibi da limitare o evitare

  • Limitare i prodotti lattiero-caseari. Molte persone con malattia infiammatoria intestinale notano che problemi come la diarrea, il dolore addominale e il gonfiore migliorano limitando o eliminando latticini. Si può anche essere intolleranti al lattosio ( il vostro corpo non può digerire lo zucchero del latte , illattosio), ma questa è una condizione cronica, nel caso delle patologie infiammatorie intestinali tali sintomi possono presentarsi solo nella fasi di riacutizzazione.
  • Provare cibi a basso contenuto di grassi: Nel caso di malattia di Crohn del piccolo intestino, si potrebbe non essere in grado di digerire o assorbire normalmente i grassi. Quindi, i grassi passano attraverso l'intestino, facendo peggiorare la diarrea. Evitare il burro, la margarina ,le crema e i cibi fritti.
  • Limitare l’uso di fibra: in caso di malattia infiammatoria intestinale, cibi ricchi di fibre, come frutta e verdura fresca e cereali integrali, possono peggiorare i sintomi. Se frutta e verdura cruda provocano fastidio, provare la cottura a vapore, o stufatura. In generale, si possono avere più problemi con alimenti della famiglia del cavolo, come broccoli e cavolfiori, e noci, semi, mais e popcorn. Usare una dieta a basso residuo di fibra se si presenta di un restringimento del intestino (sub-stenosi).
  • Evitare: Cibi piccanti, alcol e caffeina possono peggiorare i segni ed i sintomi della malattia.

Altre misure dietetiche
 
  • Fare piccoli pasti: I pazienti riferiscono di trovarsi meglio nel fare cinque o sei piccoli pasti al giorno invece di due o tre più abbondanti.
  • Bere molti liquidi: Provare a bere molti liquidi al giorno. L'acqua è migliore. Alcol e bevande che contengono caffeina stimolano al motilità intestinale e possono peggiorare la diarrea, mentre le bevande gassate producono spesso gas.
  • Considerare l’utilizzo di multivitaminici. Poiché le malattie infiammatorie intestinali possono interferire con la capacità di assorbire alcune sostanze nutrienti e dato che la dieta potrebbe essere limitata, l’ utilizzo di multivitaminici e minerali è spesso utile. Consultarsi con il proprio medico prima di prendere qualsiasi vitamina o integratore.
  • Parlare con un dietista: Se si inizia a perdere peso o la dieta è diventata molto limitato, in accordo con il gastroenterologo è opportuno consultare dietista

Come già detto in precedenza un fattore di rischio accertato collegato allo stile di vita è il fumo, quindi se si fuma bisogna smettere di fumare.

Stress

Anche se lo stress non può causare direttamnte una malattia infiammatoria intestinale, può però peggiorare i segni ed i sintomi e può innescare le riacutizzazioni della malattia.

Per aiutare a controllare lo stress, provare:

  • Esercizio fisico: Anche una lieve attività fisica può aiutare a ridurre lo stress, alleviare la depressione e normalizzare la funzione intestinale. Parlare con il proprio medico per programmare un piano di esercizio adatto alla propria persona.
  • Biofeedback: Questa tecnica di riduzione dello stress aiuta a ridurre la tensione muscolare e a rallentare la frequenza cardiaca con l'aiuto di una esperto. L'obiettivo è quello di aiutare a entrare in uno stato rilassato in modo da poter far fronte più facilmente allo stress.
  • Esercizi di respirazione. Un modo efficace per far fronte allo stress è quello di eseguire esercizi di respirazione. È possibile prendere lezioni di yoga e la meditazione o farli a casa utilizzando libri, CD o DVD.
Quali sono i problemi nella sfera sessuale?
Com'è noto non vi è alcun problema particolare in merito. Gli uomini con MC sono di solito fertili, sebbene in rari casi l'assunzione di particolari farmaci possa dare transitorie alterazioni a carico degli spermatozoi. Da tenere presente che l'uso di metotrexate, un immunosoppressore usato a volte al posto dell'azatioprina, va interrotto almeno sei mesi prima della concezione, essendo un farmaco altamente teratogeno (dannoso per l'embrione).
...e in caso di gravidanza?
Benché sia stata dimostrata una maggiore incidenza di parti prematuri e di basso peso alla nascita, non è mai stato dimostrato un aumentato rischio di aborti spontanei, nati morti o morti neonatali. In generale, le donne possono condurre in porto una gravidanza senza complicanze, purché il concepimento avvenga in un periodo di remissione. Infatti, il rischio maggiore, per il feto e per la madre è l'attività della malattia e non i farmaci assunti in gravidanza (con l'eccezione del metotrexate, tutti appaiono sicuri anche se i dati sono al momento ancora scarsi.)
La MC è ereditaria?
Non è una malattia ereditaria nel senso stretto del termine, come lo possono essere l'anemia mediterranea e l'emofilia, che sono considerate malattie genetiche, trasmissibili cioè attraverso i cromosomi.

Tuttavia esiste una predisposizione familiare nello sviluppo di questa malattia e un aumentato rischio, per la progenie, di averla a sua volta. Tale rischio è difficile da quantificare perché gli studi in questo ambito sono pochi.

La possibilità che un figlio sviluppi la malattia non deve però impedire a una coppia che lo desideri di avere figli. Tale possibilità, infatti, appare al momento piuttosto bassa. Inoltre, verosimilmente in futuro saranno disponibili dei test non invasivi per sospettare una diagnosi di MC anche nella persona asintomatica ma a rischio (come, appunto, chi ha un genitore con MC). C'è da dire, infine, che non è mai stato dimostrato che un componente della famiglia possa trasmettere la malattia ad un altro in modo orizzontale (per contatto diretto come, per es. le malattie infettive).
 
Cause
Tuttora le cause sono ignote. Si suppone che uno stimolo antigenico esterno o interno all’organismo, quali microrganismi e/o alimenti, in un soggetto geneticamente predisposto, scateni un iniziale processo infiammatorio che stimola in maniera sproporzionata il sistema immunitario che si perpetua nel tempo autoalimentandosi. A livello intestinale questo crea un continuo stato infiammatorio che porta a distruzione in maniera progressiva le strutture circostanti.

Sintomi

Si possono avere i seguenti segni e sintomi, a seconda di quale parte del colon risultata interessato dall’infiammazione e dallo stato di attività della malattia.

  • diarrea cronica: persistente per più di 4 settimane, spesso notturna, associata a dolore addominale talvolta con feci frammiste a sangue muco.
  • febbre e stanchezza: febbre persistente senza alcuna causa apparente (T< 38°C).Tale situazione di febbricola può generare un senso di stanchezza e affaticamento con la sensazione di non avere energie (astenia)
  • dolori addominali e crampi: Si possono manifestare in maniera molto variabile, da un leggero fastidio a un dolore di forte intensità di tipo continuo e/o crampiforme simile al dolore in caso di appendicite dato che maggiormente si localizza al quadrante addominale inferiore destro, inclusa anche la possibilità di cui nausea e vomito.
  • sangue nelle feci: in base alla localizzazione della malattia si potrebbe notare sangue rosso vivo frammisto alle feci, presenza di coaguli o presenza di sangue occulto (non visibile).
  • ulcere della bocca: si possono avere ulcere in bocca simile alle afte.
  • riduzione dell'appetito e perdita di peso: dolori addominali, crampi e la reazione infiammatoria nella parete dell'intestino possono influenzare sia l’ appetito e la capacità di digerire e assorbire il cibo
  • malattia perianale: l’interessamento dell’ultimo tratta intestinale (retto-ano) si può manifestare con dolore o perdite di fluidi vicino o attorno all'ano a causa dell’ infiammazione o della formazione di una soluzione di contiuno dall’ano alla cute cisrcostante (fistole).


Altri segni e sintomi possono riguardare le manifestazioni della malattia al di fuori del tratto gastrointestinale, con infiammazioni di altri organi e tessuti: occhi, articolazioni, fegato, pelle. Inoltre nei bambini si può avere un rallentamento o mancanza di crescita.

Si consiglia quindi di consultare il medico se si verifica un cambiamento persistente nel tempo delle abitudini intestinali o se si hanno segni e sintomi quali: dolore addominale, sangue nelle feci, diarrea duratura che non risponde a farmaci anti diarroici, diarrea che risveglia dal sonno, o una febbre non elevata che dura più di un giorno o due.

 

Fattori di rischio

I fattori di rischio per la malattia di Crohn possono includere:

  • Età. La malattia di Crohn può manifestarsi a qualsiasi età, ma è molto più frequente la prima manifestazone della malattia quando si è giovani. La maggior parte delle persone che sviluppano la malattia di Crohn hanno la diagnosi prima dei 30 anni.
  • Etnia: Anche se la malattia di Crohn può colpire qualsiasi gruppo etnico, bianchi e gente di Europa orientale (Ashkenazi) di discendenza ebraica hanno un più alto rischio.
  • Storia famigliare: si è a rischio più elevato se si ha un parente stretto, come un genitore, fratello o figlio, con la malattia. Circa 1 su 5 persone con malattia di Crohn ha un membro della famiglia con la malattia.
  • Il fumo di sigaretta: Il fumo di sigaretta è il fattore di rischio controllabile più importante per la malattia di Crohn. Il fumo porta anche a un amalattia più grave e un maggior rischio di andare incontro a chirurgia. Se si fuma fuma, è importante smettere.
  • Farmaci anti-infiammatori non steroidei: questi comprendono ibuprofene, naprossene sodico, diclofenac sodico e altri. Non causano la malattia di Crohn ma che possono peggiorarla.
  • Dove si vive: se vivete in una zona urbana o in un paese industrializzato, è molto più probabile il rischio di sviluppare la malattia di Crohn. Questo suggerisce che i fattori ambientali, tra cui una la dieta ricca di grassi e cibi raffinati, hanno un ruolo nella malattia di Crohn. Le persone che vivono nei climi nordici sembrano anche essere a maggior rischio.
Complicanze
Le complicanze di una malattia possono essere definite come degli eventi che ne rendono più complesso e grave l'andamento clinico. Nella MC possiamo avere delle complicanze intestinali e delle complicanze extraintestinali che riguardano circa il 10-15% dei pazienti. Tali complicanze possono presentarsi variabilmente nel tempo o essere presenti già all’esordio.

Quali sono le complicanze intestinali della MC?

Gli episodi di occlusione intestinale rappresentano la complicanza locale più comune. Tali episodi sono dovuti al fatto che il processo infiammatorio, nel tempo, può causare restringimenti di alcuni tratti dell'intestino, con conseguente riduzione del lume dello stesso. Tali restringimenti o “stenosi” presentano generalmente una natura in parte fibrotica ed in parte infiammatoria. La componente infiammatoria è caratterizzata dalla presenza di cellule infiammatorie all’interno della parete intestinale (edema), quella fibrotica invece è solitamente l’esito di una infiammazione di quel tratto di intestino di lunga durata che è andata incontro ad un rimaneggiamento del tessuto causando fibrosi che porta qundi alla parete intestinale coinvolta ad essere più rigida e poco distensibile. Le stenosi possono causare dolore addominale, meteorismo, distensione addominale sino ad arrivare, a volte, ad un'ostruzione parziale (subocclusione), o anche ad un'ostruzione completa, (occlusione), del transito intestinale con stipsi importante. In quest'ultimo caso, i sintomi suddetti possono essere associati a nausea e vomito. L'ostruzione si può verificare più facilmente in presenza di cibo non digerito, come ammassi di fibre, che impediscono il passaggio di altro materiale. Questa è una delle ragioni per cui le persone con MC che presentano zone stenotiche dovrebbero evitare cibi con fibre grossolane, difficili da digerire. Questi restringimenti possono essere un'indicazione all'intervento chirurgico se danno episodi ricorrenti di tipo occlusivo o sub-occlusivo. Quando la componente infiammatoria di tale restringimento prevale su quella fibrotica, la stenosi può essere suscettibile di una terapia medica con meccanismo talora reversibile.

Le perforazioni sono un'altra complicanza (e possibile causa successiva di fistole o ascessi all'interno dell'addome), nei casi di malattia molto attiva. Infatti, fistole e ascessi si possono presentare in sede perianale come manifestazione primaria di malattia, ma possono anche complicare una malattia intestinale, localizzandosi appunto nella cavità addominale.

I sintomi di un ascesso o di una fistola dipendono dalla loro localizzazione. Un ascesso di solito produce febbre, dolore addominale e distensione localizzata: può essere necessario un intervento chirurgico d'incisione e drenaggio ed una terapia antibiotica. La cura di una fistola può richiedere la vera e propria rimozione della parete d'intestino, gravemente infiammata, dalla quale trae origine. Le fistole perianali sono una condizione di frequente riscontro nella MC e talora rappresentano l’unico segno della malattia. Il trattamento di tali fistole richiede generalmente un approccio combinato tra la terapia chirurgica e la terapia medica.

Quali sono le complicanze extraintestinali della MC?

Molte complicanze extraintestinali della MC sono simili a quelle della colite ulcerosa. Alcune sono correlate all'attività della malattia, ed altre sembrano seguire un decorso relativamente indipendente. Complicanze correlate all'attività della malattia possono interessare la cute e le grosse articolazioni. Complicanze non correlate includono la spondilite anchilosante e la sacroileite (che si manifestano con rigidità della colonna e dolore lombare), oltre ad alcune malattie del fegato e vie biliari (non molto frequenti) e alcune lesioni oculari. E' da tenere presente che nella MC sono più frequenti che nella popolazione generale i calcoli del fegato e del rene, l'osteoporosi e vi è, inoltre, una tendenza trombofilica (ossia ad avere eventi trombotici).

Preparazione per una visita specialistica

I sintomi della malattia di Crohn possono prima richiedere una visita presso il medico di famiglia o medico di medicina generale. Il medico può richiedere una visita specialista gastroenterologica. Le visite possono essere brevi, e spesso vengono fornite troppe informazioni da discutere, è quindi una buona idea andare ben preparati.

  • Ecco alcune informazioni utili per prepararsi, e cosa aspettarsi dal proprio medico.
  • Scrivere tutti i sintomi che riscontrati, compresi quelli che possono sembrare estranei alla ragione per cui è stato programmato l'appuntamento.
  • Scrivere tutte le informazioni personali, sullo stile di vita, compresi eventuali importanti o recenti cambiamenti di vita.
  • Fare una lista di tutti i farmaci, vitamine, integratori, preparazioni erboristiche che si assumono.
  • Farsi accompagnare da un familiare o un amico . A volte può essere difficile ricordare tutte le informazioni fornite durante una visita. Qualcuno che accompagna può ricordare qualcosa che si perso o dimenticato.
  • Annotare le domande da porre al medico.

A volte il tempo tempo con il medico è limitato, quindi preparare un elenco di domande prima del tempo può aiutare ad ottimizzare il vostro tempo. Ordinare le domande dalla più importante alla meno importante. Per la colite ulcerosa, alcune questioni fondamentali da chiedere al medico sono:
 
  • Qual è la causa più probabile dei miei sintomi?
  • Ci sono altre possibili cause per i miei sintomi?
  • Di che tipo di esami ho bisogno? Fare questi esami richiede una preparazione particolare?
  • E 'questa condizione temporanea o di lunga durata?
  • Quali trattamenti sono disponibili, e che mi consiglia?
  • Che tipo di effetti collaterali posso aspettarmi dal trattamento?
  • Ci sono farmaci o prodotti da banco che devo evitare?
  • Di che tipo di cura successiva ho bisogno? Quante volte devo fare una colonscopia?
  • Ci sono alternative all'approccio primario che si sta suggerendo?
  • Ho altre patologie. Come posso gestirle meglio insieme?
  • Ci sono alcuni alimenti che non posso mangiare più?
  • Sarò in grado di continuare a lavorare?
  • Posso avere figli?
  • C'è un'alternativa generica al farmaco che mi ha prescritto?
  • Ci sono opuscoli o altro materiale stampato che posso portare con me? Quali siti web mi consiglia?

Cosa aspettarsi dal proprio medico

Il medico è probabile che possa fare una serie di domande:

  • Quando sono cominciati i sintomi?
  • I sintomi sono continui o occasionali?
  • Quanto intensi sono i sintomi?
  • Ha dolori addominali?
  • Ha avuto la diarrea? Quanto spesso?
  • Ha recentemente perso peso non intenzionalmente?
  • C'è qualcosa che sembra migliorare i sintomi?
  • Che cosa sembra peggiorare i sintomi?
  • Ha mai avuto problemi al fegato, epatite o ittero?
  • Ha avuto problemi con le articolazioni, gli occhi, eruzioni cutanee o piaghe, o ha avuto piaghe in bocca?
  • Si risveglia dal sonno durante la notte a causa della diarrea?
  • Ha recentemente viaggiato? Se sì, dove?
  • C'è qualcuno altro nella vostra famiglia malato, che ha diarrea?
  • Ha preso antibiotici di recente?
  • Prende regolarmente farmaci anti-infiammatori non steroidei (come l'ibuprofene o naprossene sodico)?

Esami diagnostici

Il medico prima della diagnosi di malattia di Crohn deve escludere altre possibili cause per i segni e sintomi comparsi. Per aiutare a confermare una diagnosi di malattia di Crohn, si possono effettuare uno o più dei seguenti esami:
 

  • Esami del sangue: Emocromo, indici di Infiammazione (VES,PCR), ASCA, elettroliti (Potassio, Sodio), Ferritina, Sideremia
  • Campione di feci: Esame colturale e parassitologico delle feci, Calprotectina fecale
  • Colonscopia. Questo esame permette al medico di visualizzare l'intero colon e l’ultimo tratto dell’intestino tenue (Ileo). Questo esame permette al medico di valutare sia l’aspetto macroscopico che microscopico (attraverso le biopsie) della mucosa dell'intero colon
  • Esofago-gastro-duoudenoscopia: esame endoscopico per valutare l’interessamento dei tratti superiori del’apparato gastroenterologico.
  • Videocapsula endoscopica (VCE): permette di visionare il piccolo intestino tramite una capsula grande quanto una pillola di antibiotica che trasmette immagini durante il suo naturale passaggio nei tratti intestinali ma non consente di ottenere biopsie intestinali; inoltre prima dell’utilizzo della VCE è indispensabile uno studio della pervietà intestinale tramite la Pathency (pillola della stessa grandezza della VCE che in caso di restringimenti si disgrega autonomamente sciogliendosi)
  • Enteroscopia a doppio pallone: Esame endoscopico che permette di visionare il piccolo intestino e di eseguire delle biopsie edeventuali trattamenti terapeutici (dilatazioni).Questa tecnica è tuttavia riservata a casi particolari poiché è invasiva per il paziente che necessita anche di sedazione profonda.
  • Radiografia Diretta Addome: Se si presentano sintomi gravi, il medico può utilizzare una radiografia standard dell’addome per escludere complicazioni gravi, come ad esempio la perforazione e l’occlusione
  • Ecografia dell’Addome: permette di valutare in maniera non invasiva e priva di radiazioni la parete intestinale in tutto il suo spessore, la valutazione dell’estensione della malattia ed eventuali complicanze quali fistole e/o ascessi.
  • Enterografia con TC o con risonanza magnetica (MR) [entero-TC/entero-RM]: Il medico può raccomandare uno di questi esami, che sono più sensibili per la stadiazione della malattia sia nella valutazione dei tratti intestinali coinvolti, che nella valutazione della parete intestinale ed eventuali complicanze quali fistole ed ascessi. La entero-RM è un'alternativa priva di radiazioni.
  • Enteroscopia con singolo o doppio pallone: questo esame viene utilizzato per lo studio endoscopico dei tratti di intestino non esplorabili con l’endoscopia standard quali gastroscopia e colonscopia. Questa procedura permette inoltre di eseguire direttamente le biopsie.

Trattamento

La terapia medica della MC va differenziata a seconda che si tratti di una terapia di attacco in una fase acuta di malattia (terapia di induzione) o una terapia atta a mantenere uno stato di remissione (terapia di mantenimento).

Farmaci Anti-infiammatori


I farmaci anti-infiammatori sono spesso il primo passo nel trattamento delle malattie infiammatorie intestinali. Includono:

  • Aminosalicilati: L’utilizzo della mesalazina nella MC, contrariamente a quanto riscontrato per la colite ulcerosa, non presenta dati di efficacia clinica, tuttavia alcuni medici la utilizzano in alcuni casi di MC lieve per il mantenimento della remissione dopo un primo ed isolato attacco acuto. Diverso è il caso della sulfasalazopirina che oltre ad avere una seppur debole efficacia antinfiammatoria a livello intestinale, al pari delle altre formulazioni di 5-ASA, viene utilizzata per le forme di MC con lieve compromissione articolare esercitando un’azione a tale livello.
  • Corticosteroidi: Nella fase di acuzie , specialmente alla prima presentazione della malattia, si ricorre alla somministrazione di cortisone sistemico (prednisone, prednisolone, etc)o topico (budesonide, beclometasone dipropionato), per via orale o endovenosa,con dosaggio proporzionale al peso corporeo per alcune settimane. Se la MC risponde allo steroide si procede ad una sua progressiva riduzione del dosaggio. Purtroppo non tutti i pazienti rispondono allo steroide edin questo caso il paziente si definisce steroide-refrattario; inoltre tra i pazienti che rispondono allo steroide circa il 30% diventerà steroido dipendente cioè avrà ricadute continue ad ogni tentativo di riduzione o sospensione dello steroide (. Il problema principale della steroido-dipendenza è che l’utilizzo prolungato di steroidi, anche a dosi minime, è associato a molti effetti collaterali come l’ipertensione, il glaucoma, la cataratta, il diabete iatrogeno, l’osteoporosi, etc. Per questo motivo, considerando che il paziente con Malattia di Crohn è normalmente un pazientegiovane che dovrà convivere una vita intera con una malattia cronica, è necessario ridurre al mino l’uso degli steroidi, utilizzando le terapie, cosidette, risparmatrici di steroidi. A questo gruppo appartengono i farmaci immunosoppressori ed i farmaci biotecnologici.

Antibiotici

In diverse fasi della malattia, specialmente nel caso di colite, antibiotici quali il metronidazolo, la ciprofloxacina e la rifaximina possono essere utili, anche se la loro efficacia è dibattuta e le linee guida internazionali non ne indicano l’uso se non nelle complicanze infettive della malattia.

Immunosoppressori

Gli immunosoppressori sono dei farmaci dimostratisi efficaci nel mantenimento della remissione clinica e nell’aiutare il paziente a sospendere gli steroidi. Queste terapie hanno però dei limiti legati al fatto che i presentano una lunga latenza di azione (cioè che richiedono alcuni mesi prima di essere efficaci)e che andrebbero somministrati per lunghi periodi, perché una volta sospesi è elevato il rischio di recidiva clinica. Possono a volte provocare intolleranza (nausea, malessere) e richiedono controlli di laboratorio frequenti.


Farmaci Bioteconologici

L’avvento dei farmaci biotecnologici ha sicuramente rappresentato un’importante evoluzione nel trattamento della MC. Tali farmaci sono rivolti contro la citochina TNFα che è una delle principali molecole coinvolte durante un processo infiammatorio. Tali farmaci quindi indicati come anti- TNFα sono costituiti dall’Infliximab e Adalimumab. Si tratta di anticorpi monoclonali sintetizzati in laboratorio che vengono definiti “biologici” per il fatto di essere rivolti contro una determinata molecola biologica all’interno dell’organismo, cioè in questo caso appunto il TNFα. L’Infliximab viene somministrato per via endovenosa mentre l’Adalimumab per via sottocutanea ed entrambi sono stati approvati per il trattamento della MC moderato-grave. Questi farmaci hanno dimostrato una grande efficacia aiutando molti pazienti a raggiungere la remissione clinica, a sospendere il cortisone ed hanno contribuito a modificare gli obiettivi del trattamento che oggigiorno è volto ad ottenere non solo la remissione clinica ma anche la guarigione mucosale ed è sempre più diretto verso il raggiungimento di obiettivi a lungo termine come la riduzione delle ospedalizzazioni e degli interventi chirurgici. Il limite di queste terapie è che non tutti i pazienti rispondono (il 20-40% circa non ha una risposta iniziale al trattamento) e che una parte dei pazienti che risponde alla terapia tende a perdere la risposta nel tempo (circa il 20% ogni anno). Inoltre queste terapie non sono prive di effetti collaterali come per esempio le reazioni infusionali e l’aumentato rischio di infezioni sistemiche e la comparsa di anticorpi antifarmaco, motivo per cui la ricerca in questo campo non si è mai fermata per cercare di fornire sempre più opzioni terapeutiche ai pazienti ed ai medici che li curano.

Nuove Terapie

Di recente è stato approvato dall'EMA, (European Agency for the Evaluation of Medicinal Products), e dall'AIFA (l'Agenzia Italiana del Farmaco), un nuovo farmaco biotecnologico, chiamato Vedolizumab, per il trattamento della MC e della colite ulcerosa moderato-grave, somministrabile per via endovenosa.


Si tratta di un anticorpo monoclonale , rivolto verso una particolare molecola (integrina) espressa sulla superficie delle cellule del sistema immunitario (linfociti) in presenza di un processo infiammatorio del tratto gastrointestinale.

Questo meccanismo d’azione rappresenta una vera novità nel trattamento di queste patologie e si caratterizza per essere selettivo, permettendo quindi al farmaco di agire sul sistema immunitario solo a livello intestinale e non a livello sistemico. Questa selettività lo rende quindi non solo efficace nel curare l’infiammazione intestinale ma anche sicuro riducendo il rischio di effetti collaterali, di infezioni sistemiche e lo sviluppo di anticorpi anti-farmaco. Proprio lo scarso sviluppo di anti corpi anti farmaco potrebbe essere alla base della lunga durata nel tempo della risposta clinica osservata negli studi clinici.

Per il trattamento di queste patologie sono in fase di sperimentazione numerosi altri farmaci rivolti verso diversi target terapeutici (ustekinumab, morgensen, etc)

Da evitare terapie omeopatiche o a base di erbe senza alcun fondamento scientifico. Possono essere addirittura dannose se ritardano l'inizio di terapie adeguate.

Altre Terapie

Potrebbe essere necessario utilizzare ulteriori farmaci per curare i sintomi specifici della colite ulcerosa. Parlare sempre con il proprio medico prima di utilizzare altri farmaci. Lui può raccomandare uno o più dei seguenti farmaci:

 
  • Farmaci anti-diarrea. Per la diarrea grave la loperamide può essere efficace. Utilizzare farmaci antidiarroici con grande cautela, però, perché possono aumentare il rischio di occlusione intestinale-
  • Antidolorifici. Per il dolore lieve, il medico può raccomandare l’utilizzo di paracetamolo
  • Probiotici: L'aggiunta di probiotici può contribuire al mantenimento e all’induzione in fase di remissione della patologia .
  • Terapie di supporto nutrizionale: in caso di grave calo ponderale dovuto alla minor assunzione di sostanze nutritive e/o malassorbimento si ha la neccessità di reintegrare le sostanze nutritive quali elettroliti, albumina, ferro

Sorveglianza cancro

Sarebbe necessario uno screening più frequente di cancro al colon a causa rischio più elevato. Lo schema consigliato dipenderà dalla estensione della malattia e dalla durata.

Chirurgia

Se la terapia farmacologica, la dieta, lo stile di vita(astensione dal fumo) non sono in grado di alleviare i segni ed i sintomi, e si manifestano complicanze il medico può raccomandare un intervento chirurgico. La metà degli individui con malattia di Crohn necissita almeno di un intervento chirurgico. Tuttavia, la chirurgia non è cura alla malattia di Crohn ma solo il trattamento di una sua complicanza. Durante l'intervento, il chirurgo rimuove una parte danneggiata dell’ apparato digerente che viene riconesso alle sezioni sane. La chirurgia può essere usato anche per chiudere le fistole e drenare ascessi. Una procedura comune per la malattia di Crohn è stricturoplastica, con la quale si allarga un segmento dell'intestino che è diventato troppo stretto (sub-stenosi/stenosi)

I vantaggi della chirurgia per la malattia di Crohn sono generalmente temporanei. La malattia spesso si ripresenta, vicino al tessuto circostante la zona rimossa. L'approccio migliore è quello di seguire un intervento chirurgico associato ai farmaci per ridurre al minimo il rischio di recidiva.

Esiste la possibilità, almeno teorica, che una terapia medica assai efficace, instaurata nelle fasi ancora iniziali della terapia, possa forse controllare a lungo la MC e posticipare o addirittura evitare l'intervento chirurgico. Numerosi studi sono in corso per testare questa ipotesi.