Stop allo sviluppo clinico di Mongersen nei pazienti con malattia di Crohn: cosa succede ora?

Intervista al prof. Giovanni Monteleone Professore Ordinario Università "Tor Vergata" Roma

Uno studio pubblicato sulla rivista Gastroenterology ha imposto un brusco stop allo sviluppo clinico di Mongersen, farmaco sviluppato da Celgene con una molecola “made in Italy”.

La casa farmaceutica ha infatti deciso di interrompere gli studi di Fase III nei pazienti con malattia di Crohn. Tutto parte dall’analisi effettuata da un comitato indipendente che ha stabilito un’insufficiente attività clinica, benché non siano stati evidenziati problemi dal punto di vista della sicurezza del farmaco.

Nella Fase III non sarebbe emerso un favore del farmaco nella valutazione del rischio-beneficio sebbene lo studio abbia confermato risultati positivi sulle lesioni endoscopiche dopo tre mesi di terapia e che oltre il 70% dei pazienti avevano un beneficio clinico dopo la somministrazione.
Si arresta così lo studio di un farmaco innovativo per la cura della malattia di Crohn, la cui molecola è stata sviluppata inizialmente in Italia a partire dagli studi che il professor Giovanni Monteleone, Ordinario di Gastroenterologia all’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, ha condotto nel Regno Unito negli anni 2000.
Una volta però testato su grandi numeri di pazienti e in condizioni più impegnative il farmaco sembrerebbe non aver mantenuto le aspettative e Celgene ha deciso di non proseguire con la Fase III.
Resta invece aperta la possibilità di uno sviluppo nei riguardi di pazienti con Colite Ulcerosa, perché l’azienda è in attesa dei risultati di Fase II per poi scegliere i passi successivi.
Per chiarire meglio questa novità abbiamo intervistato il professor Giovanni Monteleone.