Rassegna Stampa | Giornata Mondiale IBD 2021

Le 7 dirette, distribuite in 3 giorni di programmazione, quest'anno hanno raggiunto più di 30.000 persone, per un totale di 10 ore di trasmissione ottenendo più di 16.000 visualizzazioni.

In particolare, in occasione  della giornata del 19 maggio, si sono collegati 47 centri degli ospedali di riferimento con più di 100 tra medici, infermieri e personale sanitario.

Continuiamo il lavoro di rottura del muro del silenzio attorno a queste patologie condividendo la rassegna stampa. Buona lettura!

 

Un paziente su 3 di Mici viene colpevolizzato per malattia

I dati per la Giornata delle malattie infiammatorie intestinali

 

(ANSA) - ROMA, 19 MAG - Un paziente su tre si sente colpevolizzato perché soffre di Mici (le malattie infiammatorie croniche intestinali), spesso in famiglia, e vorrebbe sentirsi più compreso da amici, colleghi e anche dal proprio partner. E' quanto emerge dall'indagine di Amici Onlus sulla percezione sociale della gravità dell'impatto delle Malattie infiammatorie croniche intestinali e sulla qualità della vita e le relazioni interpersonali, in occasione della Giornata mondiale dedicata a questa patologia e che ricade oggi.
In generale, circa un terzo dei partecipanti riporta di sentirsi colpevolizzato dagli altri per i propri sintomi. Questo sembra avvenire più frequentemente nell'ambito familiare. Più della metà dei partecipanti afferma che vorrebbe potersi sentire più aperto con amici, colleghi e superiori.
In media, i pazienti hanno ricevuto la diagnosi di Mici da 15 anni. Il 25% si trova in una situazione di comorbilità. Il 43% ha subito ricadute o aggravamenti nell'ultimo anno. La maggior parte dei pazienti intervistati (l'87%) ritiene che meno di un italiano su tre sappia cosa siano le Mici. I risultati dell'indagine sui cittadini però mostrano come più della metà dei rispondenti dichiari di aver già sentito parlare delle Mici, anche se solo il 15% afferma di averne una buona conoscenza.
Quasi un italiano su 3 afferma, comunque, di non averne mai sentito parlare.
La grande maggioranza (più dell'80%) dei partecipanti indica che almeno la maggior parte dei propri familiari e dei fornitori di assistenza sanitaria sono a conoscenza della loro malattia.
Meno bene l'ambito delle amicizie: solo nel 58% dei casi vi è consapevolezza tra gli amici dei partecipanti.
Solo in poco più del 40% dei casi, infine, colleghi e superiori sono a conoscenza della condizione di salute. Circa un paziente su tre indica di essere stato, almeno parecchio, infastidito da stati di tensione nervosa nell'ultimo mese. Il 62% dei pazienti afferma che, nell'ultimo mese, non si è sentito spesso stabile ed emotivamente sicuro di sé. (ANSA).