Medicine innovative nelle malattie infiammatorie croniche intestinali, la fotografia dell'EFCCA

"Mapping innovative medicine" è una vera e propria fotografia che dipinge lo stato dell'arte dell'accessibilità e della disponibilità di farmaci innovativi, biologici e biosimilari, nelle malattie croniche infiammatorie intestinali in 31 Paesi in cui EFCCA (European Federation on Crohn's and Colitis Associations) ha associazioni affiliate. Dall'indagine emerge che esistono numerose diversità tra vari paesi europei nei sistemi sanitari, nelle politiche di rimborso dei farmaci e nell'accesso ai trattamenti. I dati emersi dall'indagine sono stati presentati alla 13^ edizione del congresso ECCO e sono disponibili e scaricabili sul sito dell'EFCCA.

"Mapping innovative medicine" è una vera e propria fotografia che dipinge lo stato dell’arte dell’accessibilità e della disponibilità di farmaci innovativi, biologici e biosimilari, nelle malattie croniche infiammatorie intestinali in 31 Paesi in cui EFCCA (European Federation on Crohn’s and Colitis Associations) ha associazioni affiliate. Dall’indagine emerge che esistono numerose diversità tra vari paesi europei nei sistemi sanitari, nelle politiche di rimborso dei farmaci e nell’accesso ai trattamenti.

I dati emersi dall’indagine sono stati presentati alla 13^ edizione del congresso ECCO e sono disponibili e scaricabili sul sito dell’EFFCA.

“E’ stata una ricerca molto interessante che si è svolta in due fasi, una fase pilota che ha interessato la fine del 2016, e una fase operativa che si è svolta nel 2017. A seconda del tipo di informazioni che andavano raccolte le associazioni facevano riferimento a enti diversi, ad esempio per le politiche di rimborso il riferimento erano le Istituzioni pubbliche” ha commentato ai nostri microfoni Luisa Avedano, direttore generale EFFCA.

Da questa analisi è emerso che la prevalenza di pazienti con IBD varia notevolmente tra i paesi partecipanti. In pochissimi paesi esiste un registro dei pazienti; in Finlandia, ad esempio, l'Istituto delle assicurazioni sociali (Social Insurance Institute) è in grado di fornire un numero di persone (45.000) che riceve la copertura dei farmaci sulla base della diagnosi di IBD, mentre in Serbia, ad esempio, pur essendoci un registro dei pazienti con IBD, i dati sono incompleti e il numero di pazienti (7000-8000) è stimato dai gastroenterologi che si occupano di queste malattie.

In Austria, la stima è di 40.000-80 000 pazienti e in Bulgaria alcuni medici stimano che il numero di pazienti con IBD sia di circa 18.000, mentre secondo il Fondo nazionale di assicurazione sanitaria, circa 3000 ricevono farmaci IBD cofinanziati dal Fondo.

Solo la Svezia potrebbe fornire un numero esatto (41.361 pazienti al 30 giugno 2017) basato sul SWIBREG, il registro svedese delle malattie infiammatorie intestinali e la Francia potrebbero fornire un numero dall’osservatorio www.observatoire-crohn-rch.fr IBD (145.220 pazienti).

“Ci siamo concentrati sulle politiche di rimborso, perché sappiamo bene che in Europa non tutti i farmaci sono rimborsati allo stesso modo, ma non solo non tutti i sistemi di rimborso sanitario funzionano alla stessa maniera. Inoltre, volevamo capire la reale disponibilità dei farmaci che sono tuttora sul mercato e sono approvati da EMA ma soprattutto volevamo capire quale era il ritorno reale per i pazienti di questa sorta di rivoluzione causata dall’introduzione di nuovi farmaci” ha aggiunto Avedano.

Nella raccolta dati non sorprende di aver trovato sistemi sanitari, copertura assicurativa e politiche di rimborso molto diverse da paese a paese passando da paesi con una copertura universale finanziata dal pubblico per tutti i cittadini ad altri che prevedevano solo l’intervento di assicurazioni private.

Anche le politiche di rimborso variano, variando da sistemi in cui il paziente non paga nulla e l'assicurazione copre tutto (26%) a quelli in cui il paziente paga di tasca sua presso il punto di cura e viene rimborsato in seguito (6%).

I risultati di questo sondaggio mostrano chiaramente che l'accesso alle terapie innovative è anch’esso diverso tra i vari paesi. Solo adalimumab è stato approvato e disponibile per i pazienti con IBD in tutti i paesi partecipanti e solo cinque dei paesi partecipanti (Repubblica ceca, Finlandia, Ungheria, Irlanda e Svizzera) possono offrire tutti e cinque i biologi e due biosimilari ai pazienti con IBD.

Oltre alle differenze tra paesi, ci sono anche quelle regionali all'interno dello stesso paese; questi possono essere causa di problemi geografici o economici tanto da porre i pazienti in posizioni fortemente disuguali. Il 16% delle associazioni hanno riportato che i pazienti non possono scegliere il proprio medico, con conseguente impatto sulla qualità dell'assistenza e della vita del paziente.

Una buon rapporto medico-paziente è stato associata a una migliore compliance al trattamento (Kerse et al., 2004), e in una precedente indagine EFCCA il 54% degli intervistati riteneva di non essere in grado di dire al proprio medico qualcosa di potenzialmente importante sulla sua malattia (Lönnfors et al., 2014) – in molti casi a causa di problemi di fiducia o altre difficoltà nella comunicazione medico-paziente.

Sulla base dei risultati di questo sondaggio, l’EFCCA ha creato una serie di raccomandazioni che possono essere ulteriormente sviluppate e realizzate in progetti futuri all'interno dell'associazione o in cooperazione con altre parti interessate:
• l'accesso a nuove terapie innovative deve essere accelerato; le associazioni nazionali sono incoraggiate a sfruttare i risultati di questo progetto nel loro lavoro;
• nelle aree rurali e nelle regioni in cui le distanze sono lunghe, dovrebbero essere sviluppate le possibilità della telemedicina e dei servizi online;
• è necessario incoraggiare i registri dei pazienti con IBD a livello nazionale o europeo.

Fonte: Pharmastar