...più che dati, sembra uno scherzo di carnevale e vi diciamo perché.
In riferimento ai dati dffusi dall'INPS con l'articolo del 15 febbraio del Corriere della Sera "Pensioni di Invalidità, l'ora dei tagli. Scatta la revoca per una su tre" http://www.corriere.it/economia/12_febbraio_15/pensioni-invalidita-tagli-marro_ea00d5ee-5798-11e1-8cd8-b2fbc2e45f9f.shtml di seguito il Comunicato stampa di Cittadinanzattiva e in allegato il report presentato in conferenza stampa il 20 dicembre.
“Prendiamo atto che il mese di febbraio é diventato ormai per l’INPS un appuntamento fisso da non mancare, per illustrare i dati sulle pensioni d’invalidità civile e di accompagnamento erogate e revocate nel nostro Paese. Dati che però ogni anno vengono puntualmente smentiti, al punto che la Commissione Igiene e Sanità congiuntamente con la Commissione lavoro del Senato, su istanza di Cittadinanzattiva, hanno deliberato l’avvio di una specifica indagine conoscitiva per fare chiarezza sui veri numeri. Ci chiediamo, quindi, quale sia l’utilità di fornirli con questo grado di approssimazione”. Queste le dichiarazioni di Tonino Aceti, responsabile del Coordinamento nazionale Associazioni Malati Cronici di Cittadinanzattiva, in merito all’intervista pubblicata ieri dal Corriere della Sera.
I conti infatti anche questa volta non tornano, ecco perché:
- con riferimento al piano straordinario di verifica 2010 le visite svolte dall’INPS sul campione di 100.350 sono state 49.974 (Fonte: Relazione Corte dei Conti novembre 2011) e non 55.200 come riportato dall’INPS. Il totale delle non conferme è stato 9.378 e non 10.596 come afferma l’Istituto. La percentuale quindi delle non conferme è pari al 10% sul definito, dove per definito si intende i controlli definiti agli atti unitamente a quelli definiti su visita, e non il 19,2% come afferma lo stesso Istituto. Quindi 1 su 10 e non 1 su 4. Se si vuole calcolare la percentuale delle revoche queste deve essere elaborata sui controlli definiti agli atti e quelli definiti attraverso visita, e non solo su quest’ultimi.
“L’imprecisione mostrata sul 2010 ci porta ad avere più di qualche perplessità anche sull’attendibilità dei dati diffusi dall’INPS sul 2011. Ci chiediamo come dal 10% delle revoche effettive accertate nel 2010 sia stato possibile passare al 28,42% di revoche del 2011. Cosa sarà mai successo nel 2011?”, ha aggiunto Aceti. “In tal senso crediamo sia strumentale paragonare il numero di revoche del 2011 con quelle relative al 2010, come fa l’INPS, perché il campione sottoposto a verifica nel 2011 aveva in se, per scelta dello stesso Istituto, anche molti casi di persone che nel 2011 sarebbero state sottoposte a visita di rivedibilità a prescindere dal piano straordinario di verifica. Inoltre l’INPS afferma che le Regioni con maggior tasso di revoche sono le stesse del 2010. Che fine ha fatto la Sardegna che nel 2010 era stata definita la Regione con maggior tasso di revoche?”
L’INPS afferma inoltre che nel 2011 circa 37.000 prestazioni sono state sospese perché i convocati non si sono presentati a visita. Ci chiediamo, quale interesse hanno le 37.000 persone nel non sottoporsi a visita? Come sono state convocate? Attraverso Raccomandata A.R, come previsto dalla Legge, o attraverso SMS come molte segnalazioni ci informano?
E’ opportuno ricordare che i dati diffusi sono quantomeno parziali. Viene dichiarato un ipotetico recupero di 180 milioni di euro attraverso le revoche del 2011, ma non viene contestualmente precisato quale sia stato nel 2011 il costo per l’incremento dei medici INPS convenzionati. Se dal 2009 al 2010 il numero dei medici convenzionati INPS e il relativo costo è raddoppiato, passando da circa 5 milioni di euro a circa 11 milioni, dovremmo aspettarci lo stesso trend anche nel 2011.
Allo stesso modo, nessuna notizia è stata data sull’ammontare degli interessi passivi che l’INPS deve corrispondere per i ritardi nei pagamenti delle pensioni d’invalidità che solo tra il 2009 il 2010 si è attestato a circa 86 milioni.
A ciò si aggiunga che nel 2010 il tasso di soccombenza dell’INPS in giudizio per i ricorsi dei cittadini, avverso i verbali emessi dallo stesso Istituto, è circa del 60%. Ciò è dovuto anche al fatto che i criteri di accertamento dei requisiti dell’accompagnamento utilizzati dall’INPS oltre ad essere restrittivi sono anche illegittimi. Questo vuol dire che delle quasi 35.000 revoche dichiarate dall’INPS sul 2011, circa 21.000 potrebbero esser annullate dal Giudice. Quali saranno i costi dell’Avvocatura?
A questo punto, anche per rispondere ad un’esigenza di trasparenza, chiediamo all’INPS che tutti i dati in suo possesso sul 2011 siano resi pubblici. Ci appelliamo anche agli organi di informazione, affinché verifichino le informazioni fornite, prima della loro diffusione.
“Stigmatizziamo il fenomeno delle prestazioni economiche assegnate indebitamente, ma pensiamo che questo sia un fenomeno molto più circoscritto di quello che l’INPS vuole raffigurare con il fine ultimo di ridurre al massimo l’aumento della spesa assistenziale, anche a discapito delle persone che sono nella piena legittimità di accedere a questo diritto.
Auspichiamo che l’Istituto applichi al suo interno gli stessi scrupolosi criteri di verifica e controllo per recuperare anche da lì risorse economiche”, ha quindi concluso Aceti. E’ di oggi la notizia che all’interno dell’Istituto esistono dipendenti che svolgono attività illecite, come attesta la relazione della Corte dei Conti per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2012 di cui riportiamo un estratto:
“Rispetto, poi, al marcato fenomeno corruttivo di recente posto in evidenza nell'ambito della gestione delle indennità erogate a vario titolo dall'INPS, rileva la sentenza n. 565/11, con la quale si sono condannati svariati dipendenti del relativo ufficio periferico di Caserta, al risarcimento di un danno arrecato al medesimo ente pari ad euro 2352.172,61 per la avvenuta contraffazione di tessere assicurative”.